Al fine di rafforzare ulteriormente i suoi rapporti con il popolo rajput, Akbar sposa Jodhaa, coraggiosa Principessa rajput, figlia del Re Bharmal di Amer. Tuttavia Jodhaa è molto risentita del fatto di essere stata ridotta ad una mera pedina politica all'interno di un matrimonio di convenienza e odia Akbar. La più grande sfida per Akbar sarà quella di riuscire a conquistare l'amore di Jodhaa.
Jodhaa Akbar è una storia d'amore di un matrimonio di convenienza politico del sedicesimo secolo fra l'imperatore moghul Akbar e la principessa rajput Jodhaa. Il successo politico non conosceva limiti per l'imperatore Akbar. Dopo essersi assicurato il dominio sull'Hindu Kush, il suo impero si estese dall'Afghanistan al golfo del Bengala e dall'Himalaya al fiume Narmada. Attraverso un abile miscela fra diplomazia, intimidazione e forza bruta, Akbar vinse la fedeltà dei rajput. Questa fedeltà però non era universale. Maharana Pratap e molti altri rajput avevano sempre considerato Akbar come un "semplice" invasore straniero. Maharana Pratap aveva inoltre vietato i matrimonio fra i rajput che avevano dato le loro figlie in spose ai mughul. Al fine di rafforzare ulteriormente i suoi rapporti con il popolo rajput, Akbar sposa Jodhaa, coraggiosa principessa rajput, figlia del re Bharmal di Amer. Tuttavia Jodhaa è molto risentita del fatto di essere stata ridotta ad una mera pedina politica all'interno di un matrimonio di convenienza e odia Akbar. La più grande sfida per Akbar sarà quella di riuscire a conquistare l'amore di Jodhaa.
La sposa dell'Imperatore
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Akbar, grande imperatore Mughal, sposa Jodha, principessa appartenente alla dinastia Rajput, una delle popolazioni Indù più bellicose. La loro storia nasce dalla strategia politica ma con landare del tempo si trasforma in vero amore.
1185. L'incantevole Palermo, crogiuolo di tante culture, splendente dei suoi palazzi, dei suoi preziosi mosaici, è pronta ad accogliere la sua nuova regina. Costretta a rinnegare i voti, Costanza d'Altavilla, l'ultima erede della dinastia normanna che guida il Regno di Sicilia, viene data in sposa a Enrico di Svevia, figlio dell'imperatore Federico. Un matrimonio dettato dalla ragion di Stato che dovrà essere coronato dal concepimento di un erede al trono. Ma mentre il figlio tanto sospirato tarda ad arrivare, la fragile e bella Costanza deve lottare contro nemici potentissimi, primo fra tutti Gualtieri di Palearia, ministro dell'imperatore, che soffia sul fuoco della gelosia di Enrico per distruggere la donna e conservare la sua enorme influenza. Quando finalmente il piccolo Federico vedrà la luce, la madre dovrà far di tutto per proteggerlo dalle innumerevoli insidie che lo minacciano. Fino a quando, divenuto ragazzino, non sarà in grado egli stesso di sbarazzarsi dei suoi implacabili nemici, rivelando doti che faranno di lui un grande imperatore.
Costretta dalla ragion di stato ad abbandonare il convento rimase suora nel cuore per sempre. Così è presentata negli immortali versi di Dante che la beatifica nel cielo della luna , il luogo dove stanno gli spiriti mancanti, anche se non per colpa loro.Il romanzo di Carla Maria Russo comincia proprio dal momento in cui Costanza, che è in convento da molti anni, viene richiamata di nuovo a corte perché deve sposare il figlio dell'imperatore Federico Barbarossa per poter salvare l'integrità del regno dei Normanni di Sicilia e Napoli, privo di un erede autorevole ed esposto alle mire espansionistiche del papa e dell'imperatore stesso.Costanza ha superato la trentina, ma si spera possa avere un erede che riunisca nella sua persona le due corone e blocchi il tentativo del papa di fare intervenire in Italia il re di Francia.Costanza è bellissima e, nello svilupparsi della trama incalzante e resa dalla scrittrice con un linguaggio fresco ed efficace, scopriamo che non è refrattaria al mondo come ce la presenta Dante. Il motivo per cui si è fatta suora sembra più il desiderio di sfuggire alle voglie del fratellastro e perché nutre un amore impossibile per un aristocratico di rango inferiore. Costretta dal nipote a divenire regina di Sicilia chiede a Dio un segno del suo volere. Non vuole essere considerata spergiura come le sibila in faccia il messo del papa che sarà il suo peggiore nemico. Come regina parte per Milano dove incontrerà Enrico il suo sposo. Federico vuole che le nozze si celebrino nella città lombarda per sottolineare la riconciliazione con i comuni della Lega Lombarda, una volta suoi acerrimi nemici. E' il primo di alcuni lunghi viaggi che sarà costretta a fare nella sua vita di sovrana. Il matrimonio è un legame infelice perché il giovane principe la tratta come una donna da poco, le rifaccia continuamente la sua età avanzata e la sua sterilità. La morte di Federico peggiora la situazione perché il nuovo imperatore si muove con ferocia e incapacità nei confronti dei sudditi normanni e fa scoppiare una rivolta capitanata da Tancredi, nipote di Costanza e ben visto dal papa.Costanza viene in Italia col marito che la disprezza pubblicamente, ma è attratto dalle sue grazie mature e non la vuole lasciare in Germania. Con uno stratagemma la donna è rapita dal nipote e per un po' vive a Palermo, formalmente prigioniera di Tancredi che si è proclamato re di Sicilia, ma in realtà riverita e stimata da tutti come la vera regina. Ritornata sotto il controllo del marito è costretta a tornare in Germania dove finalmente resta incinta. Enrico, tornato in Italia per domare con ferocia la rivolta, non crede alla sua futura maternità e la tratta da spergiura. Costanza riparte per l'Italia e a Iesi dà alla luce un figlio maschio(il futuro Federico II) che lei chiama Costantino perché lo vorrebbe tutto per sé: è il segno che Dio le ha finalmente inviato! Bellissima la scena del parto con le donne del paese che l'aiutano e la proteggono. Ma Enrico la costringe a raggiungerla in Sicilia perché ha scoperto una sua lettera inviata al vecchio spasimante e l'accusa di tradimento. Per fortuna il giovane sovrano muore e Costanza con uno stratagemma riprende il figlio che lascerà orfano all'età di tre anni nelle mani del suo nemico che, però, come emissario del papa è l'unico che lo può proteggere. Il romanzo si conclude con Federico che prende il potere a 14 anni dopo aver trascorso gli anni della sua infanzia in una Palermo tollerante abitata da siciliani, normanni, arabi e ebrei.Il pregio del libro sta nella capacità della scrittrice di utilizzare i documenti storici con sostanziale rispetto e solo di tanto in tanto concedersi qualche licenza poetica per rendere più umana e più affascinante questa grande donna del nostro lontano Medioevo.
Nonostante non avesse amato Sabina, Adriano dopo la sua morte la divinizzò, come del resto aveva fatto per la sua madre adottiva Plotina, sposa di Traiano, per Marciana sorella di Traiano e la figlia di lei, Matidia, e Sabina come dea fu rappresentata: gelida, altera, con il capo velato.
Egli aveva sposata la sua figliuola Elena a Costantino (p. 53) figliodell'imperatore di Costantinopoli Michele Ducas. Niceforo Botoniate,avendo discacciato Michele dall'impero d'Oriente, lo aveva fattotosare, confinare in un monistero e castrare Costantino. La miseriadella sua figliuola e l'oltraggio penetrano il cuore di Roberto chegiura pigliarne terribile vendetta. 2ff7e9595c
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